I protagonisti del confronto sono i due allenatori, accomunati da un inizio di stagione pieno di aspettative, rivelatosi però tutt’altro che esaltante.

 

A dir la verità, gli uomini di Pioli hanno regalato alcune ottime prestazioni nelle prime gare della stagione, per poi incappare però in un tunnel buio, ombreggiato da tanti pareggi e da un gioco poco propositivo. Per Inzaghi e il suo Bologna invece, il discorso è ben diverso: inizio horror, con un solo punto nelle prime 4 gare. Alla 5ª giornata, arriva l’incredibile vittoria contro la Roma di Di Francesco. Il grande trionfo sembrava rappresentare un possibile spartiacque verso un futuro ben più roseo, così però non è stato: solo 1 vittoria nelle 7 sfide successive, e il conseguente 16º posto in classifica.

 

Per entrambi i casi quindi si può parlare di ultima spiaggia, o quasi. Mancare ancora il punteggio pieno scalfirebbe definitivamente la fiducia riposta in Pioli da società e tifosi. Per il Bologna la zona ‘rossa’ è a solo un punto di distanza: un’ulteriore sconfitta, concomitante ad una vittoria dell’Empoli e dell’Udinese, porterebbe la squadra emiliana in piena zona retrocessione.
Se il loro destino sembra intrecciarsi, ciò non si può affermare delle loro idee di gioco. Entrambi infatti interpretano il ruolo di allenatore in modo diametralmente opposto.

Pioli non ama cambiare, modificare in corsa il piano di gioco e le pedine sul terreno. Nelle prime 12 giornate, il tecnico parmigiano ha alternato soli 15 uomini nelle formazioni ufficiali, e il cambio di formazione iniziale è spesso dovuto a problemi fisici, vedi Dragowski e Mirallas. Pioli non ha quindi alcuna intenzione di modificare il suo undici tipo, e neanche lo schieramento in campo: 4-3-3 con Veretout vertice basso del centrocampo. Le accuse rivolte a Pioli riguardano maggiormente questa sua bramosia di continuità, quando i tifosi vorrebbero una svolta per superare al meglio il momento buio.

Per Inzaghi il discorso è completamente diverso. Il tecnico piacentino infatti, non è ancora riuscito a trovare il quadro tattico funzionale per le caratteristiche dei suoi uomini, e sta quindi continuando ad alternare moduli e idee di gioco. Dal suo arrivo sulla panchina emiliana, Inzaghi ha intervallato 4 moduli diversi, cambiando di conseguenza anche gli interpreti in campo. Molti i ballottaggi, come ad esempio a centrocampo, dove Poli e Dzemaili si contendono ogni domenica la maglia da titolare, oppure Falcinelli e Palacio, i quali si contendono il ruolo di spalla all’inamovibile Santander. Anche Orsolini sta prendendo sempre più spazio nei piani di gioco di mister Inzaghi, e ciò comporta alcune modifiche nello scacchiere iniziale: l’inserimento del trequartista ascolano porta all’estromissione dall’11 di partenza di un centrale (col passaggio alla difesa a 4) oppure di un centrocampista centrale, passando quindi ad un maggiormente offensivo 3-4-1-2.