C’è una generazione di tifosi della Fiorentina per i quali ricordare Fiorentina – Cagliari equivale a tornare giovanissimi e ripensare ad una Fiorentina dei sogni. Era il 1969, Cagliari e Fiorentina arrivavano carichissimi a quella 5^ giornata: i viola Campioni d’Italia erano a punteggio pieno, il Cagliari di Gigi Riva aveva, a ragione, ambizioni importanti.
Lo stadio è stracolmo: si parla di circa 70.000 spettatoli. Basta un errore in partite come queste per compromettere quanto di buono fatto: ed infatti basta un nulla. Al 20′ Riva dal dischetto realizza il penalty assegnato dal direttore di gara Concetto Lo bello. I giocatori della Fiorentina provano a protestare, effettivamente la mezza spintarella di Rizzo su Zignoli non sembra poi così clamorosa, ma l’arbitro è irremovibile.

Nella ripresa la Fiorentina prende in mano il pallone del gioco, sospinta dai suoi tifosi e dal tecnico Pesaola che sa bene si esporsi ai rischi del contropiede cagliaritano, orchestrato magistralmente da Nenè, Riva e le sovrapposizioni di Domenghini e Cera. I viola recriminano ancora, 2 falli da rigore, uno dei quali piuttosto evidente ma l’unico provvedimento che riescono ad ottenere è un giallo a Merlo per simulazione. All’86’ scoppia una mezza rivoluzione: per la prima volta al Comunale di Firenze si rischia l’invasione di campo. Chiarugi si vede infatti annullato il gol dell’1-1 per una sospetta posizione di fuorigioco di Mariani. Chi era presente ricorda chiara la percezione di come gli spalti grondassero rabbia, i tifosi si sentivano vittime soprattutto dell’ego di un arbitro preparato, fermo ma dannatamente protagonista.
Termina 1-0. Il Cagliari vincerà il primo e unico scudetto della sua storia, la Fiorentina chiuderà il campionato 3° in classifica, pari merito con il Milan, subendo nelle settimane successive un contraccolpo psicologico difficile da dimenticare.

 

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